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La Villa

Attraverso mobili e tessuti, stanze e oggetti raccontano di noi, del percorso che abbiamo fatto, di chi siamo e di dove siamo stati. Aprire la porta è come un viaggio attraverso le passioni, le fragilità, verso l’animo più profondo.

Le parole non mentono. Perché casa è solo quel luogo dove sei te stesso, dove respiri pace, verità e bellezza, dove i suoni si placano, i profumi s’addolciscono e le sensazioni sono intense. Dove nulla può farti del male, è rifugio e certezza. E’ l’abbraccio a cui voler tornare.

Ci sono luoghi che il tempo ha attraversato come un fiume, accarezzando delicatamente ogni sasso o pietra incontrata nel percorso. Luoghi dove il passato s’incontra con il presente per fondersi in un equilibrio senza tempo.

Villa Elia è uno di quei luoghi. Incontro tra sole e ombra, tra ulivi e pietra leccese. Pietra da accarezzare, toccare, scavata dai mille passi che hanno solcato ogni singolo gradino di una scala dove potresti chiudere gli occhi e immaginare. Ascoltare voci antiche, dialetti e generazioni, nobili, borghesi e servitori. Sentire i fruscii delle vesti, sottogonne in Sangallo e pantaloni di fustagno. Risate e diletto, rigore e vacanza. Il lavoro della campagna e i riti della villeggiatura.

Eppure è anche qualcosa in più. Basta muoversi per le stanze e in un istante si percorre un giro intorno al mondo. Un mondo cosmopolita e tribale. C’è la Puglia, l’Inghilterra, la Turchia, c’è l’Africa misteriosa e affascinante, c’è il rigore di Milano. C’è la ricerca di qualcosa che possa emozionare, sempre e comunque. Come se solo quella fosse l’essenza della vita. Conchiglie, collane e scatole, libri e collezioni, pezzi di storia personale accarezzati e difesi. Mostrati con orgoglio e narcisismo e poi protetti con pudore.

Maschere ludiche e colorate, gocce di vetro rubino, smeraldo. Tende in iuta e piccoli dettagli apparentemente casuali, in un mondo personale dove tutto è controllato e voluto. Dove la luce può abbagliare e ci si ritrova intenti a guardarsi dentro e ad ascoltare l’energia, quel genius loci quasi tangibile, che rende tutto diverso e ti fa osservare la realtà con nuovi occhi. Come specchi riflessi delle proprie emozioni.